La storia delle arance e degli agrumi è andata di pari passo con quella dell’uomo, rivestendo nel tempo un forte significato sotto l’aspetto culturale, economico, sociale, mitologico e religioso. Le arance sono tra i frutti più noti e apprezzati al mondo, sia per la più facile adattabilità alle diverse condizioni climatico-ambientali che per la versatilità dell’impiego nel settore alimentare e in quello non food, come nella cosmetica, profumeria e oggi come eco-combustibile.

Botticelli-primavera

L’Italia nella produzione delle arance ha ricoperto sempre un ruolo fondamentale, favorita dal clima mite, dal paesaggio e natura del terreno, spesso molto vocato per la coltivazione, per la presenza del mare. Citrus Sinensis è il nome della pianta dell’arancio poichè originario della Cina e altre regioni orientali quali l’India, la Malesia, la Thailandia. La storia ci dice, che a opera degli arabi, l’arancio amaro coltivato in India, venne inizialmente trasportato nella penisola Araba, e successivamente diffuso parallelamente alla loro politica espansionistica, nell’Africa settentrionale e in tutti i paesi del Mediterraneo. Con gli Arabi si diffonde anche l’uso alimentare, quasi a diventare un piatto tipico e status symbol per le tavole aristocratiche. Durante il periodo Rinascimentale si utilizzò l’arancio come pianta ornamentale per le residenze dell’oligarchia, divenendo motivo d’ispirazione poetica, artistica e culturale.

Il Botticelli nella sua opera “Primavera” sceglie come sfondo della scena l’albero d’arancio.

E’ più incerta l’introduzione dell’arancio dolce, attribuibile per alcuni al navigatore portoghese Vasco De Gama, testimoniato dal nome dato all’arancio sino a tempi molto recenti “Portogallo”, per altri viene intestata ai navigatori Genovesi che lungo le coste del mar Nero attendevano le carovane prorovenienti dalla Cina e dall’India per acquistare le preziose mercanzie. Ciò spiega la iniziale e larga diffusione degli agrumeti in Liguria, lungo le rive del lago di Garda, in Toscana e lungo la costiera Amalfitana non favoriti però dal clima continentale, poco adatto al loro ambientamento che ha richiesto spesso di fare ricorso a strutture coperte chiamate aranciere, oggi serre.

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento l’area di produzione e commercializzazione si spostano in Sicilia favorite da una strategica posizione territoriale e da un clima mite e dal progredire dei trasporti che determinarono lo sviluppo economico e commerciale della zona e una seria e consistente fonte di reddito per l’intera regione. Il fascino del paesaggio siciliano con i suoi incantevoli giardini è stato motivo d’ispirazione e fascino per tanti scrittori dell’epoca.

Ci piace riportarne qualcuno, già molto noto agli studiosi di letteratura e storia:

  • Goethe: “Conosci tu la terra ove fioriscono i limoni e tra nere fronde, s’infuocano gli aranci”. Ancora nel suo diario di viaggio verso l’Italia “Spalliere di agrumi che s’incurvano in graziose capanne”.
  • Guido Piovene: “Un giardino d’aranci siciliano è una delle visioni più belle che esistano”. Qui ci si accorge come un giardino di aranci sia una persona viva, esiga cure assidue ed un amore quotidiano…. il giardino d’aranci s’attacca, s’incarna nell’uomo e diviene una specie di assillo indispensabile…la pianta d’arancio è oro e sangue che secondo il linguaggio di Mastro don Gesualdo del verga sono la stessa cosa…”
  • EngelmaJer: ” E il sole che ha lasciato sui fiori e sulla arancia e nei nostri cuori l’oro malleabile e tenero dell’amore e il suo colore, il profumo, il candore”,
  • EngelmaJer: ” E il sole che ha lasciato sui fiori e sulla arancia e nei nostri cuori l’oro malleabile e tenero dell’amore e il suo colore, il profumo, il candore”,
  • Garcia Lorca: “e la luna piangendo disse: vorrei essere un’arancia”.
  • Agrumicoltura Siciliana

    Sino alla seconda guerra mondiale la Sicilia ebbe la leadership incontrastata sul commercio delle arance sino a quando l’Unione Europea ne decretò un ruolo marginale, che assume comunque grande rilevanza per le qualità organolettiche non riscontrabili in tutti gli altri competitors nazionali ed esteri. I profondi e radicali cambiamenti che hanno coinvolto il settore agrumicolo hanno imposto un restiling nella gestione delle risorse naturali e umane al fine di poter dare risposte adeguate e più efficaci all’attuale evoluzione dello scenario che ha visto altre regioni del mondo sottrarre ai nostri produttori consistenti fette di mercato.

    A tutela di tutta la produzione agrumicola siciliana, contro la pressante competitività dei paesi del Mediterraneo e dei costi di produzione che nel tempo sono divenuti insostenibili, si da vita ad un nuovo oganismo, il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, con lo scopo di valorizzare e rappresentare, sotto lo stesso marchio “brand Sicilia”, le varie tipologie di agrumi, freschi e trasformati, della filiera siciliana: Dop, Igp e biologici.

    Al Distretto viene affidato il compito di analizzare, predisporre e condividere strategie comuni a supporto dell’intero comparto agrumicolo siciliano, attenzionando i vari momenti del ciclo produttivo, la fase della commercializzazione sino alla distribuzione in Italia e all’estero. Il tutto viene espresso nel Patto del Distretto a cui hanno aderito i Consorzi di tutela dei prodotti IGP e DOP (ARANCIA bionda di Ribera, Arancia Rossa di Sicilia, Limone di Siracusa, Limone interdonato di Messina, Mandarino di Ciaculli, attualmente quest’ultimo Presidio Slow Food ed in attesa di certificazione) e diverse centinaia fra cooperative, aziende, istituzioni e associazioni di categoria operanti nel settore agrumicolo siciliano. Gli obiettivi proclamati attraverso il Patto di sviluppo del Distretto si riferiscono al Marketing associativo, facilitazioni per l’accesso al credito ed agevolazioni fiscali per le aziende distrettuali, internazionalizzazione, ricerca scientifica e sviluppo tecnologico, sinergie con mercati ortofrutticoli e filiera corta, turismo relazionale integrato, alta formazione ed aggiornamenti professionali.

    Produzione Mondiale e Nazionale

    I dati sulla produzione, sotto l’aspetto quantitativo, provengono da pubblicazioni effettuate dall’Istat, Ismea e Clem, che spesso sono discordanti e quindi ci danno più che un’analisi precisa e puntuale, un quadro orientativo che presenta comunque un comprensibile grado d’incertezza e variabilità, essendo strettamente collegata ad eventi climatici stagionali, più o meno favorevoli. Da dati provenienti da Fonte Fao, la produzione degli agrumi nel mondo nella campagna 2011-12 risultava di oltre 115,2 milioni di tonnellate di cui il 60 % è rappresentato da arance.

    TABELLA PRODUZIONE MONDIALE ARANCE IN TONNELLATE – FONTE FAOSTAT 2011-2012

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    GRAFICO PRODUZIONE MONDIALE ARANCE IN TONNELLATE – FONTE FAO 2011-2012

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    La produzione di succo d’arancia viene prodotta al 90% dal Brasile e Stati Uniti, mentre il prodotto dei paesi del Mediterraneo è quasi interamente destinato al consumo di frutta fresca. I pricipali paesi produttori dell’area mediterranea ed anche esportatori sono in ordine la Spagna, l’Italia, l’Egitto, la Turchia, la Grecia e di recente anche il Marocco. I paesi importatori sono nell’ordine Germania, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito. A voler dare l’idea della ripartizione, nel territorio nazionale, della superficie investita ad arance e della conseguente produzione, molto simili nella comparazione, abbiamo fatto riferimento a dati Istat che tengono conto di statistiche connesse alla campagna 2013/14 le cui risultanze evidenziano una produzione complessiva di 1.708.335 tonnellate di arance di cui la Sicilia detiene largamente la ladership, seguita dalla Calabria, Basilicata, Sardegna, Puglia, Campania, Lazio.

    TABELLA PRODUZIONE ITALIANA ARANCE IN TONNELLATE – FONTE ISTAT 2013-2014

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    GRAFICO PRODUZIONE ITALIANA DELLE ARANCE IN TONNELLATE – FONTE ISTAT 2013-2014

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    Varietà di arance

    Le varietà di arance esistenti al mondo sono molteplici, nell’ordine di qualche centinaio, ma una prima classificazione fa riferimento alle arance amare (citrus auriantum L.) e quelle dolci (citrus Sinensis), di cui già si è fatto cenno in quanto allo loro origine asiatica e introduzione nei paesi del mediterraneo ad opera di navigatori arabi e genovesi.

    I principali parametri che classificano e distinquono le arance fanno riferimento alla colorazione della polpa, alla presenza dell’ombelico, all’epoca di maturazione e al contenuto in acidi.

  • Arance a polpa bionda: varietà di arance Naveline, varietà di arance Ovale, varietà di arance Valencia, varietà di arance Washington Navel, varietà di arance Newhall, varietà di arance Belladonna, ecc.
  • Arance con maturazione precoce (primi di Novembre): Navelina, Skaggs Bonanza.
  • Arance con maturazione tardiva (Maggio ed oltre) : Navel-Late, Valencia.
  • Arance ombelicate: Washington Navel, Navelina, Thompson, Navelate, Golden Buckeye, Brasiliano.
  • Arance con basso tasso di acidità : Arance di Ribera (Vaniglia Apireno, Brasiliano, Washington Navel, Navelina).
  • Un notazione particolare va fatta per le certificazioni ricevute per talune varietà prodotte in Sicilia e Puglia che si caratterizzano per le loro peculiarità di legame al territorio, qualità organolettiche e per l’uso di fitofarmaci e concimi chimici che le fanno uniche nella specie.

  • Arancia di Ribera DOP (Denominazione di Origine Protetta), prodotta a Ribera e nel suo comprensorio, individua le varietà Washington Navel, Brasiliano di Ribera, Navelina.
  • Arancia Rossa di Sicilia IGP (Indicazione Geografica Protetta), identifica talune varietà di arance a polpa rossa, prodotte anche in Calabria: varietà Moro, Sanguinello e Tarocco.
  • Arance biologiche certificate sono quelle prodotte usando tecniche, antiparassitari e concimi, privi del tutto di sostanze chimiche, nel massimo rispetto dell’equilibrio naturale dell’ambiente, della pianta e della terra (Arance di Ribera Dop e Arance Moro).
  • Ulteriori dettagli e specificità sono espressi nelle pagine dedicate alle singole varietà.

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